Questo blog è gestito da un semplice fedele laico. Per avere informazioni sulla vocazione religiosa, oppure per chiedere di poter trascorrere alcuni giorni in convento per un'esperienza vocazionale, contattate direttamente le suore scrivendo al loro indirizzo:  vocazione@servidoras.org

mercoledì 26 settembre 2012

Le Servidoras sbarcano in Sicilia

Lo scopo delle “Serve del Signore e della Vergine di Matarà” non è solo quello di raggiungere la propria personale santificazione, ma anche di lavorare con ardore nell'apostolato per la salvezza eterna delle anime redente dal Sangue di Cristo. Per questo motivo ogni anno aprono nuovi centri di apostolato (loro le chiamo “missioni” anche se si svolgono in Paesi cattolici come l'Italia), per cercare di portare più anime possibili a Dio.

Recentemente c'è stato lo “sbarco in Sicilia”, la più popolosa isola italiana. Svolgono il loro apostolato a Contessa Entellina (Palermo), nella diocesi di “Piana degli Albanesi”, che è un'Eparchia di Rito Bizantino, cioè una diocesi cattolica in piena comunione col Papa, ma nella quale la maggioranza dei cattolici segue la Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo (è una Messa molto bella, ma la liturgia è diversa dal Rito Romano a cui siamo abituati noi italiani).

A svolgere l'apostolato nella Piana degli Albanesi sono principalmente le Servidoras ucraine, le quali sono di rito bizantino e si differenziano dalle altre Servidoras per via del loro abito nero.

Sono contento che le “Serve del Signore e della Vergine di Matarà” stanno continuando ad espandersi in Italia, la mia speranza è che possano stabilire almeno un centro di apostolato in ogni regione. Hanno tante vocazioni, ma se ne avessero molte di più, questo sogno potrebbe realizzarsi più velocemente. Spero che tra le lettrici del blog ci siano tante ragazze che desiderano donare al Signore la propria vita entrando tra le Servidoras. Gesù e Maria hanno bisogno di voi!

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[Nella foto a lato sono raffigurate le tre Servidoras che sono state incaricate di svolgere l'apostolato a Contessa Entellina (due di loro sono ucraine), insieme a due giovani parrocchiane in abiti tipici locali.]